Legambiente Caserta

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CAMBIAMENTI CLIMATICI: SENTENZA STORICA DELLA CEDU CONDANNA LA SVIZZERA.
Una sentenza storica della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione lo scorso 9 aprile alle Klima Seniorinnen, le “Anziane per il clima”, oltre 2.500 attiviste svizzere over 60 che si erano appellate alla Corte accusando il loro Paese di inazione contro la crisi climatica: la sentenza inchioda la Svizzera sulle omissioni normative e diventa subito un precedente legale.
Già nel 2016 l’associazione aveva intentato una causa climatica contro il governo, accusandolo di non aver fatto abbastanza per ridurre le emissioni di gas serra. Una negligenza che le attiviste considerano in contrasto con gli obblighi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che includono il diritto alla vita e all’autonomia. Dopo otto anni di denunce quindi, vedendo respinta la causa nel proprio Paese, le “Anziane per il clima” nel marzo 2023 hanno presentato un ricorso alla Corte Europea dei diritti di Strasburgo. Obiettivo: obbligare la Svizzera ad agire e “intervenire a tutela dei diritti umani” adottando provvedimenti legislativi e amministrativi necessari per limitare un aumento della temperatura media globale entro 1,5°C rispetto all’epoca pre industriale, con un’effettiva riduzione delle emissioni di gas serra.
Il 9 aprile 2024 la Corte europea dei diritti umani con sede a Strasburgo, per la prima volta dalla sua nascita, ha condannato uno Stato per non aver agito in modo adeguato contro i cambiamenti climatici in atto. Nel dettaglio, le autorità svizzere non avrebbero quantificato in maniera adeguata i limiti delle emissioni di gas a effetto serra e non avrebbero raggiunto gli obiettivi minimi di riduzione delle emissioni negli anni passati. La sentenza in questione da una parte riconosce la discrezionalità dei singoli Stati membri nell’adottare le misure a tutela del clima, dall’altra riconosce le responsabilità per non aver agito con la corretta diligenza. Nel caso di specie, la Svizzera non avrebbe rispettato tempistiche congrue e non avrebbe emanato le leggi necessarie a ridurre le emissioni di CO2.
Tali violazioni ed omissioni – come ha stabilito al CEDU – costituiscono una vera e propria violazione dei diritti umani dei cittadini svizzeri: è qui la portata dirompente della pronuncia, perché per la prima volta la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha collegato la crisi climatica alla tutela dei diritti umani. E’ stato ritenuto violato in primis l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo (diritto al rispetto della vita privata e familiare): la Corte EDU ha interpretato la disposizione chiarendo che ricomprende il diritto a una protezione effettiva da parte degli Stati contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita, la salute, il benessere e la qualità della vita. Secondo la Corte Europea, la Svizzera ha violato anche l’articolo 6: i tribunali nazionali, infatti, non hanno motivato adeguatamente il mancato esame nel merito del ricorso dell’associazione e non hanno preso in considerazione le prove scientifiche che dimostrano gli effetti del cambiamento climatico.
Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, ha commentato: “Siamo soddisfatti della sentenza storica della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato la Svizzera per aver ignorato l’obbligo di tagliare le emissioni di gas serra in misura sufficiente a ridurre il pericolo di una violazione dei diritti umani – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – È la prima volta che un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima, mettendo in relazione la difesa del clima e i diritti umani, e condanna l’inazione dei governi. Un passo importante che potrebbe avere un effetto a cascata per tutti i 46 stati del Consiglio d’Europa. L’Italia cambi rotta subito recuperando i ritardi accumulati nella lotta alla crisi climatica, smettendo di rincorrere le emergenze e di pagare in termini di vite umane e danni ai territori. Ce lo ricordano i dati dell’Osservatorio Città Clima: nel 2023 si sono verificati ben 378 eventi meteorologici estremi, +22% rispetto all’anno precedente con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone. Il Governo italiano – continua Ciafani – acceleri su attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) e su relative risorse economiche necessarie, con una strategia chiara di prevenzione che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Sarà inoltre importante approvare un PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, con obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030, andando ben oltre il 40% di riduzione delle emissioni previsto attualmente e raggiungendo almeno il 65% per essere in linea con l’obiettivo di 1.5°C previsto dall’Accordo di Parigi.”.
Di seguito il testo integrale della sentenza Cedu del 9 aprile 2024 in lingua inglese.
EMOZIONANTE TAPPA DELLA CAROVANA DEL CONTRATTO DI FIUME ALL’OASI DELLE SALICELLE


Domenica 7 aprile Legambiente Circolo Caserta ha partecipato alla tappa della Carovana del Contratto di Fiume Volturno all'incantevole “Oasi delle Salicelle” di Piana di Monte Verna, evento organizzato dalla Pro Loco Pianese presso l’Old West Ranch, in collaborazione con Comune di Piana di Monte Verna, Agricoltori Pianesi, Volturnia Kayak Capua, Rio delle tavole, Comitato Mamme PDMV, Legambiente Caserta, Confederdia.
 
Sotto la regia di Rosa Mone, responsabile della Pro Loco Pianese, hanno partecipato famiglie di Piana di Monte Verna e Caiazzo con moltissimi bambini che, in una atmosfera gioiosa, hanno fatto una lunga passeggiata nell’oasi praticando birdwatching. Lungo il percorso Matteo Palmisani, responsabile della Lipu, ha dato spiegazioni sulla flora e sulla fauna presente. Tutto accompagnato da un piacevole picnic all’ombra degli ulivi, che ha reso ancora più piacevole la visita.
 
Era presente all’evento il Sindaco di Piana di Monte Verna che, insieme a Gianfranco Tozza, Andrea Mongillo e Matteo Palmisani, ha spiegato le finalità del progetto “Contratto di Fiume”.
 
La delegazione di Legambiente era formata dal Presidente Gianfranco Tozza, il Vicepresidente Nicola Valentino, il membro del direttivo Andrea Mongillo, i soci Andrea Mingione, Mario Mezzullo, Anna Maria Giachini e Mariano De Matteis.
 
FESTA DELL'ALBERO 2024
Per il secondo anno la Festa dell’Albero raddoppia! Anche nel 2024 Legambiente insieme ai Circoli ha organizzato l’edizione Primavera 2024! Gli eventi di messa a dimora di alberi oppure di cura e manutenzione di piantagioni già messe a dimora in precedenza vengono organizzati per celebrare il 21 marzo, una data importantissima perchè si celebra la Giornata Internazionale delle Foreste a livello mondiale mentre nel nostro Paese ricorre la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Anche i circolo di Legambiente Caserta partecipa con l'evento organizzato il 20 aprile ore 17:00 presso la parrocchia Parrocchia Sant'Augusto Caserta via Borsellino.
L'evento è aperto, siete tutti invitati!

Gli alberi ci danno tanto. Ora tocca a noi - È questo il claim di Festa dell’Albero 2024, che anche quest’anno vedrà decine di iniziative in tutta Italia per celebrare gli alberi e le loro importanti funzioni: ci donano aria pulita e sono preziosi alleati nella lotta alla crisi climatica grazie alla loro azione di assorbimento della CO2.
Festa dell’Albero anche quest’anno contribuisce al raggiungimento degli obiettivi del progetto europeo Life Terra, cofinanziato dal Programma LIFE dell’Unione Europea e di cui Legambiente è l’unica referente italiana: l’obiettivo principale di Life Terra è quello di mettere a dimora milioni di alberi in tutta Europa, lo scopo è far crescere sempre più un movimento fatto di cittadini che coinvolga scuole, istituzioni e imprese nella sensibilizzazione alla lotta alla crisi climatica.
NUOVO RAPPORTO ECOMAFIA AL TEVEROLACCIO DI SUCCIVO
PRESENTATO IL RAPPORTO ECOMAFIA AL TEVEROLACCIO DI SUCCIVO: I NUOVI DATI DEGLI ULTIMI CINQUE ANNI DI CRIMINALITÀ AMBIENTALE IN CAMPANIA.

 
 
C'è un virus da combattere che dura da anni. Il “virus” dell’ecomafia che non si arresta né conosce crisi. Negli ultimi cinque anni in Campania sono 23.037 i reati contro l'ambiente, con 20.543 persone denunciate, 183 persone arrestate e 7.888 sequestri effettuati. La maggior parte dei reati sono concentrati nella Provincia di Napoli e Salerno, in particolar modo in questi ultimi cinque anni, il 32% dei reati contro l'ambiente pari 7.399 sono concentrati nell'area metropolitana napoletana mentre il 18% pari 4.227 nella provincia salernitana. In questi anni a spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 80 clan attivi in tutte le filiere analizzate da Legambiente: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare. È questa la fotografia della Campania scattata dal Rapporto Ecomafia 2023 con i nuovi dati degli ultimi cinque anni di criminalità ambientale in Campania presentato stamattina presso il Casale di Teverolaccio a Succivo, sede operativa del circolo Legambiente Geofilos e della Cooperativa Terra Felix oggetto negli ultimi mesi di atti intimidatori. Importante, per queste ragioni, la presenza istituzionale: alla conferenza stampa sono intervenuti il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, il presidente della Commissione parlamentare Ecomafia, Jacopo Morrone, Federico Cafiero de Raho, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, Antonio Ricci, procuratore aggiunto della Procura di Napoli, Maria Antonietta Troncone, procuratore della Repubblica della Procura di Napoli Nord, Mario Morcone, assessore alla Sicurezza, Legalità a Immigrazione della Regione Campania, Ciro Silvestro, viceprefetto incaricato per la “Terra dei fuochi”, il comandante del Gruppo Carabinieri Tutela ambientale e sicurezza energetica di Napoli, ten. col. Pasquale Starace. In sala, tra i presenti, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto a livello provinciale e regionale.
 
“I numeri e le storie raccolte nel rapporto – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - confermano il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura.E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Le ecomafie continuano ad affondare le loro radici nell’ambiente, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale, economica e organizzata in un triangolo perfetto. È urgente affiancare alla risposta giudiziaria, una risposta politica-istituzionale ancora troppo carente. Siamo ancora in attesa che inizi concretamente con tempi e regole certe la bonifica del territorio, di azioni concrete per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti che fermino quei “tour” che da sempre alimentano le ecomafie. Così come siamo in attesa delle ruspe per abbattere il cemento illegale, una delle ferite aperte della nostra regione alimentata da una classe politica che continua a proporre condoni per meri calcoli elettorali o perché, in molti casi, è direttamente coinvolta in questi fenomeni.”
 
Le piaghe da sanare – Come dimostrano i dati dei reati degli ultimi cinque anni, il ciclo dei rifiuti resta il settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale: dal 2018 sono 8.461 i reati contestati, con 8.307 persone denunciate, 118 arresti e 4.343 sequestri. La Provincia di Napoli con 2.308 reati e 2.629 persone denunciate risulta la provincia più colpita, seguita dalla Provincia di Caserta con 1.156 reati, e 956 persone denunciate. La Campania continua a bruciare di rifiuti. Dal primo censimento avviato da Legambiente nel 2013 al 30 aprile 2023 gli incendi ai vari tipi di impianti di gestione di rifiuti in Campania sono stati 177, seconda regione d'Italia dopo la Sicilia.
 
La Campania si conferma capitale del cemento connection con 7.360 reati accertati dal 2018 con 7.694 persone denunciate, 33 persone arrestate e 1554 sequestri effettuati. La provincia di Avellino con 1.922 reati, 1.934 persone denunciate si conferma in testa alla classifica provinciale, seguita da quelle di Napoli con 1.702 reati e Salerno (1.491). In Campania dal 2004 al 2022 il numero delle demolizioni eseguite è del 13,1% (pari a 3.107) dei 23.635 immobili abusivi per i quali è stato stabilito l’abbattimento da parte dei 110 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente, pari al 20% del campione totale. Secondo l’ultimo rapporto sul BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell’Istat, secondo le stime elaborate in collaborazione con il Cresme, la situazione in Campania rimane “insostenibile”,con 50,4 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel rispetto delle regole. La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai comuni del suo territorio è quella di Benevento (32%) con 462 ordinanze emesse e 148 demolizioni eseguite, segue provincia di Avellino con 1.695 ordinanze di demolizioni emesse e 516 eseguite pari al 30,4%. Salerno con 4.864 ordinanze e 686 eseguite (14,1%). Chiudono Caserta con 887 ordinanze di demolizioni e 116 eseguite (13,1%) e la Provincia di Napoli con 15.727 ordinanze e solo 1641 eseguiti pari al 10,4%
 
“Abbiamo scelto di presentare a Succivo il Rapporto Ecomafia- commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - come risposta ai continui attacchi intimidatori nei confronti della nostra cooperativa e per ribadire con chiarezza che verrà' rispedito al mittente ogni tentativo di voler mettere in ginocchio l'esperienza dei ragazzi e soci di Succivo. Sin dal 1994, anno della prima presentazione del Rapporto sulle ecomafie abbiamo acceso i riflettori sulla Campania e in questi trent'anni nel nostro agire politico associativo la lotta ai “ladri di futuro” è stata prioritaria con iniziative, denunce, mobilitazioni. E' necessario mettere in campo maggiori attività di prevenzione e di controllo, nuove normative stringenti come i delitti contro le agromafie e la fauna che ancora faticano a vedere la luce e avvalersi della nuova direttiva europea sui crimini ambientali recependo in tempi brevi. La direttiva- conclude Ciafani- approvata a fine febbraio dal parlamento europeo, prevede nuovi illeciti come l’ecocidio, un inasprimento delle sanzioni, maggiori tutele per chi denuncia e l'impegno di facilitare l'accesso alla giustizia per le associazioni”.

 
Di seguito, in allegato, i dati sull'illegalità ambientale in Campania dal 2018 al 2022.
APPROVATA IN VIA DEFINITIVA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SUGLI ECOREATI
Il Parlamento ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale.
La nuova direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni.
Tra i nuovi reati figurano il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’UE in materia di sostanze chimiche, e l’inquinamento provocato dalle navi. I deputati hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti “reati qualificati”, vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo).
Sanzioni pecuniarie e pene detentive
I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni.
Tutti i trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie.
Per le imprese l’importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di EUR. Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.
Stati membri: formazione e raccolte dati
I deputati hanno insistito con successo durante i negoziati sull’introduzione di sostegno e assistenza nel contesto dei procedimenti penali per gli informatori (whistleblower) che denunciano reati ambientali. Inoltre, hanno introdotto l’obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.
I dati sui reati ambientali raccolti dai governi dell’UE dovrebbero inoltre consentire di affrontare meglio la questione e aiutare la Commissione ad aggiornarne regolarmente l’elenco.
“Oggi per l’ambiente è una gran bella giornata. La direttiva europea sui crimini ambientali approvata oggi dal Parlamento Europeo – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – contiene nuovi illeciti, a cominciare dalla definizione di eccidio, un inasprimento delle sanzioni, maggiori tutele per chi denuncia e, come proposto da Legambiente, l’impegno di facilitare l’accesso alla giustizia per le associazioni. Un passo importante a livello europeo per il contrasto e la lotta alle illegalità ambientali che consentirà di rafforzare nel nostro Paese quanto già previsto dal 2015 grazie all'introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale. Anche per questa ragione l’Italia può dare il buon esempio, diventando il primo Stato europeo a recepire la nuova direttiva”.
Alla crescita della criminalità ambientale registrata a livello globale dall'Interpol e dall’Unep è urgente contrapporre, come sta finalmente facendo l’Europa adeguate strategie di contrasto. Una conferma arriva, per quanto riguarda l’Italia, dagli ultimi dati del rapporto Ecomafia: nel 2022 le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno applicato per 637 volte i delitti contro l’ambiente previsti dal Codice penale, portando alla denuncia di 1.289 persone e a 56 arresti. Sono stati 115 i beni sottoposti a sequestro per un valore complessivo di 333.623.900 euro, in netta crescita rispetto ai 227 milioni di euro sequestrati l’anno prima. Il delitto più contestato è stato quello di traffico organizzato di rifiuti (art. 452 quaterdecies) con 268 casi contro i 151 nel 2021, previsto con pene adeguate anche nella nuova direttiva europea, seguito da quello di inquinamento ambientale (art. 452 bis) con 64 contestazioni. Dalla loro entrata in vigore a oggi, l’applicazione dei diversi ecoreati è scattata per 5.099 volte.

Di seguito in allegato il testo approvato della risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 27 febbraio 2024.
MARCIA DEGLI ALBERI 2024
A Caserta si educa al verde ambientale fin dall'infanzia. Stamattina gli alunni dell’ICS Giannone-De Amicis, accompagnati dalle insegnanti Fiorucci e Garofalo, hanno sfilato per il centro città (dalla Sede scolastica di via Giannone a Piazza Dante) al ritmo cadenzato di una bella marcetta prima di recarsi a Piazza Vanvitelli per piantare nel perimetro del giardino dei Lecci donati dal Consigliere comunale D. Aspromonte. Nell'esibizione successiva hanno incontrato i carabinieri della Forestale, insieme ai quali si sono recati sotto la statua di Vanvitelli, raccontandone la storia. Poi a gruppi si sono soffermati nelle varie aiuole, spiegando le caratteristiche tecniche di alcune piante del giardino. Molto ben preparato, l’evento ha avuto il patrocinio delle principali associazioni ambientali della città dalla LIPU a Legambiente, da Movimento Blu al Comitato Città Viva.
Tutti i rappresentanti delle associazioni sono stati presenti, due squadre hanno materialmente fatto le buche e piantato i 20 lecci: gli affidati UEPE di noi voci di donne ed in ordine, Pietro, Giuliano, Claudio e Mamadou.
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA AL MATTEI
Il giorno 16 febbraio presso l’istruito Mattei di Caserta si è tenuta una presentazione con dibattito sulla tematica “Strategie Energetiche e Cambiamento Climatico”.
Sono intervenuti il Dott. Prof, Roberto Papa dirigente scolastico dell’Istituto Mattei, l’Ing. GianfrancoTozza presidente di Legambiente Caserta, il Prof. Carmine Lubritto ordinario di Fisica Applicata presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli.
All’incontro erano presenti circa cento studenti delle classi quarte e quinte che hanno mostrato particolare interesse all’argomento interagendo con frequenti domande durante il dibattito.
L’articolo sul Mattino del 17 febbraio riporta una sintesi della conferenza organizzata dal circolo di Caserta presso l’Istituto Mattei.
DISINQUINAMENTO FALDA AREA LO UTTARO
Nell’articolo del Mattino del 30 gennaio 2024 sono riportate due interviste al presidente di “Legambiente Caserta” Gianfranco Tozza ed al rappresentante del comitato “AcquapulitaNicola Santagata; entrambi manifestiamo dissenso sulle conclusioni della conferenza di servizi del 20 dicembre 2023 in cui il dirigente regionale dott. Barretta decise di non procedere alla progettazione del disinquinamento della falda in quanto, secondo lui, non sarebbero note le fonti dell’inquinamento.
I due rappresentanti obiettiamo che ciò non è possibile dopo decenni di caratterizzazione e monitoraggi e chiedono la riapertura della conferenza.
ECOSISTEMA SCUOLA: L’INDAGINE DI LEGAMBIENTE SULLA QUALITÀ DELL’EDILIZIA SCOLASTICA E DEI SERVIZI
Nel comunicato stampa di Ecosistema scuola 2023 sono riportati i dati riferirti alla Campania, da cui emerge che:
“La sicurezza non abita ancora nelle scuole campane”.
La situazione non è positiva sia per quanto riguarda la sicurezza statica sia per quella antincendio.
La condizione di Caserta è pressoché analoga con situazioni critiche per la lentezza dei cantieri nelle scuole (De Amicis e Giannone)
La speranza è che i progetti finanziati con il PNRR, siano cantierati al più presto e possano procedere senza ritardi.
IL CASO DEL BIODIGESTORE

IL CASO DEL BIODIGESTORE


Il TAR Campania ha emesso l’ordinanza in riferimento al ricorso presentato da quattro comuni, da Legambiente Caserta e da Speranza per Caserta contro il Comune di Caserta per la delibera di Giunta riguardante l’approvazione e la localizzazione del progetto definitivo di un impianto di compostaggio con recupero di biometano, richiedendo una verifica da parte del Capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente.

IL CASO DEL BIODIGESTORE : Nell’articolo di Luisa Conte sul Mattino dell’11 gennaio è riportato un parere del presidente di Legambiente Caserta, Gianfranco Tozza.
IL CASO DELLA CADUTA ALBERI NELLA CITTÀ DI CASERTA
Nell'articolo riportato sul Mattino del 9 gennaio l’intervista del presidente di Legambiente Caserta, Gianfranco Tozza in cui afferma quanto sia inevitabile un inventario di tutti gli alberi presenti in città con relativa verifica dello stato di salute al fine di programmare tutti gli interventi necessari; è fondamentale costituire un ufficio tecnico per l’infrastruttura verde della città con a capo un agronomo forestale per la progettazione degli spazi verdi urbani e per la progettazione della manutenzione da affidare a ditte specializzate e competenti nel settore.
INQUINAMENTO FALDA AREA VASTA LO UTTARO
Il 22 dicembre c.a. il presidente di Legambiente Caserta ha partecipato ad una conferenza dei servizi, organizzata dalla regione, avente per oggetto la decisione di avviare un progetto di disinquinamento della falda nella vasta area dello Uttaro.
La riunione si è conclusa con un nulla di fatto in quanto è stato ritenuto che la fonte di contaminazione della falda non è ancora nota ed i dati attualmente a disposizione non sufficienti.
È una situazione veramente assurda se dopo anni di monitoraggi vari non si è venuti ancora a capo delle cause dell’inquinamento.
Questo ed altro ha osservato il presidente nelle dichiarazioni rilasciate a Daniela Volpecina e riportate nell’articolo del Mattino.
La XXIX MARCIA DELLA PACE A CASERTA IL 16 DICEMBRE 2023
XXIX Marcia della Pace
Esprimiamo tutti profondo dispiacere di fronte allo spettacolo di distruzioni e violenza che stanno sfociando in una escalation di morte con più di diecimila morti, tra cui quasi 5.000 bambini.
Il circolo Legambiente di Caserta aderisce alla “XXIX marcia della pace” che si terrà sabato 16 dicembre con partenza alle ore 10:30 dal Monumento dei Caduti ed arrivo a Piazza Vanvitelli.
Invitiamo tutti a partecipare insieme alle associazioni laiche e confessionali che hanno dato la propria adesione.
PULIAMO IL MONDO 2023
Anche quest’anno si dà il via alla campagna “Puliamo il Mondo” che ogni anno chiama a raccolta cittadini di tutte le età, associazioni, aziende e amministrazioni comunali per ripulire dai rifiuti abbandonati strade, vie, piazze e parchi cittadini, ma anche spiagge e sponde dei fiumi.
Quest’anno, il comune di Casagiove e il consiglio comunale delle Ragazze e dei Ragazzi, con la partecipazione di Legambiente Caserta, ha organizzato una giornata di pulizia che si terrà il 20 novembre alle ore 9.00 presso la piazza Santa Maria della Vittoria – Casagiove (CE).
ECOSISTEMA URBANO 2023
Il 23 ottobre è stato presentato ufficialmente il dossier Ecosistema urbano 2023 relativamente alle performance ambientali dei capoluoghi di provincia italiani.
La Campania non ottiene buoni risultati e Caserta perde 21 punti rispetto all’anno 2021 classificandosi all’88° posto su 105.
Nell’intervista del presidente del circolo di Caserta, Gianfranco Tozza, rilasciata a Daniela Volpecina, sono contenute le osservazioni relative a questa situazione.
Di seguito il link per approfondimenti


I Cantieri della Transizione Ecologica
CONGRESSO REGIONALE LEGAMBIENTE CAMPANIA
Invito del Regionale a partecipare al XII Congresso Regionale che si terrà sabato 21 e domenica 22 ottobre
Tutti i soci possono partecipare previa registrazione on line.
Per organizzare nel miglior modo possibile la partecipazione di tutti è predisposto un form con poche e semplici domande a cui rispondere.
Questo è il link

Nel form si troveranno domande relative sia al pranzo che alla partecipazione ai tavoli di lavoro previsti nel primo pomeriggio.
Per raggiungere il luogo del Congresso dalla stazione di Napoli Centrale è possibile utilizzare l’autobus 196.
Per chi arriva in auto il luogo del congresso è dotato di un grande parcheggio.
In allegato troverete il programma completo del Congresso.
I GALOPPATOI DI VIALE CARLO iii
Lettera al prefetto di Caserta ed ai sindaci di Caserta e San Nicola la Strada con la richiesta di un incontro, per discutere la salvaguardia dei Galoppatoi di viale Carlo III e delle Casermette all'ex caserma Brignola.
FESTIVAL LAUDATO SÌ
L’appuntamento è per il 3 ottobre ore 17:00 presso l’area ex Macrico con la presentazione del Rapporto Ecomafie di Legambiente e la partecipazione speciale del presidente nazionale Stefano Ciafani.
Di seguito l’invito alla partecipazione:

FESTIVAL LAUDATO SI
Dal 27 settembre al 4 ottobre presso l’area ex Macrico di Caserta.
Nell’ambito di questo evento Legambiente Caserta ha organizzato il 3 ottobre ore 17 un dibattito sui reati ambientali:
Ecomafia 2023: Storie e numeri della criminalità ambientale in Italia e in Campania.
Sarà presente anche il presidente nazionale Stefano Ciafani.
Di seguito il programma:


ECOMAFIA 2023
Il 5 luglio c.a. è stato pubblicato sul Mattino l’articolo, a cura di Daniela Volpecina, che rappresenta un buon resoconto del consiglio monotematico tenutosi il 4 luglio.
Il presidente della Fondazione, monsignor Vella, ha dichiarato che non ci sarà nessun intervento speculativo e contro i vincoli esistenti sull’area, ma che non spetta alla fondazione decidere la destinazione urbanistica dell’area.
Il presidente del cc Gentile ha dichiarato in apertura che il consiglio comunale convocato non avrebbe potuto decidere una variante all’attuale piano regolatore vigente, in quanto sarebbe necessaria una procedura molto lunga e articolata al momento non in corso.
IL sindaco ha dichiarato che la sua amministrazione è concorde con la delibera di cc n° 45 del 11/4/2014 che destina l’area Macrico a parco urbano verde.
La considerazione del presidente del circolo di Caserta G. Tozza, è che a tutt’oggi la destinazione urbanistica del Macrico non è decisa, che la città non ha ancora un PUC che pur se il preliminare è stato approvato nel mese di aprile del 2017 e che sono in corso profonde trasformazioni del tessuto urbano.
Di seguito l’articolo:
MACRICO NELLE MIRE DI TANTI E TROPPI INTERESSI.
Caserta non può permettersi altro cemento e, soprattutto, altre delusioni.
AMBIENTE E SPORT 2023
Il  19 e 20 maggio si è svolta la premiazione del concorso nazionale “Ambiente e Sport 2023” organizzato dall’associazione TASS che ha visto la partecipazione di 900 allievi delle scuole primarie e secondarie di 11 regioni italiane con ricerche e lavori sulle tematiche sport e dell’ambiente.
Alle premiazioni sono intervenuti circa 650 allievi in una atmosfera gioiosa e di grande partecipazione agli interventi formativi riportati nel programma allegato.
Legambiente Caserta, partner dell’evento, ha partecipato alle premiazioni con due lezioni tenute da Stefania Papa e Gianfranco Tozza.
Un particolare plauso al presidente dell’associazione TASS dott. Gaetano De Masi (nostro socio) che da diversi anni si impegna nell’organizzazione di questo importante concorso particolarmente utile alla formazione di questi giovani studenti.
Convegno sul Parco dei Colli Tifatini Cittadinanza e beni comuni
Convegno sul Parco dei Colli Tifatini Cittadinanza e beni comuni
del 03/03/23 con:
  • Le Piazze del Sapere – Aislo Campania
  • Auser Casagiove
  • Legambiente Caserta
  • CAI Caserta
Di seguito il comunicato stampa
Diverse associazioni ambientaliste, tra anche Legambiente, hanno sottoscritto un comunicato stampa per denunciare l’insensato impiego dei fondi del “ Piano Innovativo Nazionale Qualità dell’Abitare “ ed evidenziare quanto l’amministrazione del Comune di Caserta non individua i veri problemi di un quartiere e non ascolta la popolazione residente.
Il paesaggio sfregiato: La catena dei Monti Tifatini scavata dalle cave.

Nel servizio realizzato da 8Channel la situazione delle cave di Caserta e del Parco dei Tifatini con le interviste a Gianfranco Tozza e Pasquale Iorio.
Comunicato stampa di Legambiente Campania sul Rapporto Ecomafia 2022.
Dai dati emerge che la Campania è la regione con il primato nazionale per l’ecomafia al primo posto per i reati relativi al ciclo dei rifiuti e al ciclo del cemento.
La provincia di Caserta, in ambito nazionale, si posiziona al quarto posto per i reati relativi al ciclo dei rifiuti. I dati analitici sono riportati nel Rapporto di seguito.
Comuni Ricicloni
Legambiente in Campania presenta i Comuni Ricicloni e la diagnosi sulla raccolta differenziata in Campania Sono 101 comuni rifiuti free e 314 comuni ricicloni, ma a livello regionale la differenziata non decolla.
Di seguito il rapporto ed il dossier comuni ricicloni.
Malato cronico con situazione stazionaria
 
Legambiente presenta Comuni Ricicloni
 
la diagnosi sulla raccolta differenziata in Campania
 
 
Diminuiscono i Comuni Rifiuti Free 101(-3,8%)
 
Lieve aumento dei i comuni ricicloni che superano il 65% di RD: sono 314(+1,62%)
 
La Provincia più virtuosa per i Comuni Free spetta a Salerno
 
Il Sannio il territorio più virtuoso per la raccolta differenziata
 
 
Legambiente: “Lavorare per la realizzazione degli impianti utili e necessari allo sviluppo di un'economia circolare made in Campania, per mettere freno al traffico dei rifiuti fuori regione e che vedano un modello di partecipazione collettiva da parte della comunità locale”
 
 
Una situazione stazionaria con lievissimi miglioramenti solo in alcuni parametri. La percentuale di raccolta differenziata nel 2021 si attesta al 54,7%, con un incremento di solo 0,5 punti rispetto all’anno precedente. Dal 2016 al 2021 i dati di produzione e raccolta differenziata della Campania risultano stabili con variazioni sostanzialmente non significative. Diminuiscono i comuni Rifiuti Free della Campania, pari nel 2021 a 101, con una riduzione del 3,8% rispetto al 2020. Cresce, di poco, il numero dei comuni ricicloni in Campania, che si attesta a 314, con un incremento di 1,62% rispetto al 2020. Ecco la diagnosi sulla raccolta differenziata di Legambiente presentata con il Dossier Comuni Ricicloni 2021, dove l'associazione ambientalista ha elaborato i dati l’Osservatorio regionale dei rifiuti.
 
“In una regione- commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania- che nel 2021 ha prodotto 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti, in crescita del 3,66% rispetto al 2020, di cui ben 1,2 milioni di tonnellate non riciclabili, la priorità dovrebbe essere quella di puntare su politiche locali e territoriali volte non solo ad aumentare la raccolta differenziata ma anche a lavorare attivamente sulla riduzione della produzione dei rifiuti. Un obiettivo che ci chiede l’Europa da qui al 2030 e che molti comuni Rifiuti Free, stanno già attuando da tempo. Freno dello sviluppo di un'economia circolare risulta essere ancora una volta il deficit impiantistico della Campania e del Sud Italia in generale, che ci mostra quanta strada ancora abbiamo da fare per uscire dal labirinto intricato dei rifiuti che caratterizza la nostra regione ormai da troppo tempo. Lo evidenziano i dati della frazione umida dei rifiuti solidi urbani e delle tantissime, troppe, tonnellate trasportate e processate fuori regione, un quantitativo che nel 2020 è arrivato al 45% del totale prodotto, il tutto causato da un numero ancora insufficiente di impianti di digestione utili non solo alla chiusura del ciclo di questa tipologia di rifiuto ma anche alla produzione di compost e di energia. La strada da percorrere- conclude la presidente Legambiente Campania- è quella che da anni chiediamo con forza, lavorare per la realizzazione degli impianti utili e necessari allo sviluppo di un'economia circolare made in Campania, che possano mettere freno al traffico dei rifiuti fuori regione e che vedano un modello di partecipazione collettiva da parte della comunità locale. Un lavoro che ha bisogno di una gestione politica coraggiosa e coerente, che affianchi le amministrazioni locali e che avvii un percorso di trasparenza con i territori. Questa è l’unica strada per realizzare il prima possibile le infrastrutture necessarie e di opere strategiche allo sviluppo dell’economia circolare che si possono tradurre in misure di politica industriale, occupazionale e sociale.”
 
Comuni Rifiuti Free. Sono 101 i Comuni Free di Legambiente quelli dove la raccolta differenziata è di almeno 65% e dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 Kg di secco residuo all’anno, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati allo smaltimento. La Provincia più virtuosa per i Comuni Free spetta a Salerno con il 43% dei comuni sul totale (sono 43), segue la Provincia di Benevento con il 33% pari al 33 comuni. Più distaccate la Provincia di Avellino con 13 comuni pari al 13% e Caserta con 8 comuni pari al 8%. Solo quattro comuni rifiuti free per la Provincia di Napoli.
 
Tra i comuni sotto i 5.000 abitanti in Provincia di Avellino è Comune di Domicella il più virtuoso, Ginestra degli Schiavoni per Benevento, Rocchetta e Croce per Caserta, Visciano e San Gregorio Magno rispettivamente per la Provincia di Napoli e Salerno. Per i comuni tra i 5000 e 15.000 in Provincia di Benevento premiato il comune di Montesarchio, Santa Maria a Vico per Caserta, Avella per Avellino, Albanella per Salerno e Cimitile per la Provincia di Napoli. Per i comuni oltre i 15mila abitanti riconoscimenti solo per Ottaviano (Na) e Baronissi(Sa).
 
Comuni Ricicloni. Sono 314 i comuni ricicloni che, nel 2021, hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata, con un incremento del 1,2 % rispetto lo scorso anno Domicella (AV) Cimitile (NA) e Morigerati (SA) sono ai primi tre posti nella classifica generale dei comuni ricicloni con un percentuale di raccolta differenziata che varia tra il 99% e i 90%.
 
Il Sannio risulta nel 2021 essere il territorio più virtuoso, con una quota di raccolta differenziata che arriva quasi al 73% . Seguono la provincia di Avellino con il 63,82 % e quella di Salerno con il 65,58% , mentre sotto la media regionale si trovano Caserta 53,28% e Napoli 49,60%. Tra i comuni con più di 20mila abitanti, si segnalano alcune importanti realtà in provincia di Napoli ed in particolare le prestazioni di S. Anastasia con il 72 %, Pozzuoli con il 71,4% in provincia di Salerno il Comune di Pontecagnano con 74% e Mercato San Severino con 73,4%. Tra i capoluoghi di provincia spiccano i dati di Avellino 68,08%, Benevento 66,80% e Salerno 58,86%, in linea con la media regionale, lievemente al di sotto Caserta al 54,37%, mentre ancora in ritardo il Comune di Napoli con il 37,50%, anche se comunque in crescita rispetto al 2020.
 
Parchi Nazionali e regionali. Tra i parchi nazionali, l’aggregato degli 80 comuni del parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con il 71,6% di raccolta differenziata risulta essere l’unica area che raggiunge e supera il 65% di RD e in cui ben 32 comuni, pari al 40%, sono Rifiuti Free, vale a dire che non solo raggiungono o superano il valore del 65% della raccolta differenziata ma anche che producono meno di 75 kg di indifferenziato pro-capite annuo. I 13 comuni del Parco Nazionale del Vesuvio raggiungono complessivamente il 56,1% di RD e solo 1 Comune risulta essere Rifiuti Free. Per i parchi regionali, l’aggregato dei 14 comuni del Parco del Taburno con il 75,7% di raccolta differenziata è sicuramente l’area che mostra valori più alti di RD e in cui 5 comuni, pari al 35,7%, sono Rifiuti Free. Di rilievo anche i risultati ottenuti dai 30 comuni del Parco dei Monti Picentini con un valore di RD complessivo pari al 69,4% in cui sono presenti ben 20 comuni ricicloni e 4 risultano essere Rifiuti Free. Inoltre, si evidenzia anche il risultato dei 22 Comuni del Parco Regionale del Partenio che nel loro complesso raggiungono e superano il 68,8% di raccolta differenziata.
 
 
Comuni Ricicloni è stato realizzato con il Patrocinio dell’Ente d’Ambito di Salerno e con il contributo di
 
 
Conai, Assocarta Ambiente S.p.A, Sarim, Igiene Urbana Evolution,
 
Biorepack, Cartesar, Cic, Consorzio Gema, Ecobat, Formaperta, Papa & Proteg
 
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Maggiori info sulla pagina Facebook dell'Aps Tass).
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